Alessia Ramusino: il nuovo disco “An Incurabile Romantic” brano per brano
Si intitola “An Incurabile Romantic” il nuovo disco di Alessia Ramusino che, come di consueto, LoudVision vi presenta nel racconto dell’autore traccia per traccia. Un prodotto BMA Music di Genova che confeziona un lavoro diremmo quasi apolide avendo chiari riferimenti da diverse altre parti del mondo, dalla Jamaica al pop leggero americano passando anche – e soprattutto – dai forti sapori irlandesi. Il disco della Ramusino fa viaggiare e si infila di prepotenza in quella canzone d’autore raffinata e di gusto, elegante e priva di immediati schemi commerciali. Di sicuro un’opera dal romanticismo incurabile…
A Map Of You
Fui sbattuta letteralmente fuori casa dal mio compagno dopo una lite furibonda che si protrasse a notte fonda. Raccolsi velocemente i miei indumenti, li buttai alla rinfusa dentro un sacchetto poi misi i miei stivali di equitazione sotto il braccio e mi precipitai giù dalle scale. Il fatto è che mi ritrovai sotto un violentissimo acquazzone, era buio pesto, strade deserte e l’ombrello si ruppe alla prima folata di vento. Attraversai il centro città per giungere a casa mia bagnata fradicia… ma con la canzone compiuta… “Una mappa di te mi sarebbe utile così non sbaglierei più la strada…”
An Incurable Romantic
Mi trovavo a Fiumicino per lavoro e fui svegliata da rumori sordi non ben definiti ma di persone che armeggiavano dietro a qualcosa… erano circa le 5 del mattino poco prima… vidi, nel canale di mare antistante la mia camera, i pescatori caricare le reti, stese la sera prima sulle banchine, attrezzare i grossi pescherecci , salpare, allontanarsi nella nebbia mattutina e poi sparire… ho creduto che gli angeli mi avessero svegliata per rendermi partecipe di quell’incanto. E perché proprio me…? Per risvegliare in me l’autenticità di certi momenti, il sapore di certe emozioni, il romanticismo che accompagna il sentimento più totalizzante: l’amore. Sono un’incurabile romantica.
Gibigianna
È un reggae molto divertente. La parola è italianissima, anche se pochi la conoscono, è il nome di quel giochino a specchi riflessi con cui tutti scherzavamo da bambini. Ero a San Pietroburgo e con amici siamo finiti a bere una cioccolata in un café davvero unico, una sorta di paese dei balocchi pieno di caramelle, fiori di zucchero, trenini di cioccolata, bambole e peluche ovunque. E alle pareti un mosaico di specchietti che facevano mille gibigianne! Pura magia.
Non Mangio Fragole
Questa canzone segna un punto di svolta nella mia musica e nella mia vita: in primis sono riuscita a scrivere un testo in italiano che per me non era così banale viste tutte le precedenti canzoni con testi in inglese. Nella mia vita corrisponde ad un periodo in cui ho deciso di virare e quindi di fare una scelta dolorosa ma necessaria per riappropriarmi di me stessa e della mia strada. Le fragole che non mangio sono quelle che si trovano sui banchi fuori stagione… come è vivere un ruolo in una vita che non ti appartiene così è mangiare quegli incantevoli e deliziosi frutti in una stagione che non è la loro!
Con I Miei Piedi Sporchi
Sono andata da amici in campagna e mi hanno portato a vedere in un pollaio i pulcini appena nati. Avevo delle scarpe da ginnastica bianche… e non vi dico come le ho ridotte… ho dovuto togliermele e lavarle anche perché emanavano un odore inquietante… il punto è che ho lavato le scarpe ed i miei piedi… lo potete ben immaginare… ma aldilà dei fatti pratici, tra i fili d’erba che ho trovato tra le dita dei piedi è rimasta impigliata questa ballata…
I Don’t Like Bonds
Ci sono momenti della vita in cui tutto ti sta stretto, tutto ti soffoca e hai solo voglia di scappare. Questa canzone è una serie di immagini che da un lato ti fanno vivere situazioni di costrizione e dall’altro ti fanno respirare aria di libertà. Questo brano lo abbiamo registrato con il quintetto d’archi del Carlo Felice, teatro dell’opera di Genova, Archi all’Opera, ed è stata una vera emozione… gli archi fanno vibrare l’aria e mi danno proprio quell’idea di libertà e di leggerezza.
Another Song
Una storia d’amore… e come tutte le mie storie d’amore finiscono in “un’altra canzone”. E’ un pezzo insolentemente jazz. Dico così per tutte le linguacce che ho fatto e che mi scappano tuttora quando incontro quei jazzisti che se la tirano e che si sentono superiori a tutti… e spesso considerano la musica pop di più basso livello. La musica, a prescindere dal genere, se è ben fatta è bella da ascoltare e punto.
Here It Comes The Dawn
Questa canzone è dichiaratamente pop e, aldilà del testo che ha come argomento “la speranza nel futuro”, è piaciuto molto a mia nipote in una delle giornate “turno zia” quindi bambinaia… la avevo coinvolta nella composizione e lei oltre ad essere stata preziosa ne è rimasta affascinata.
To What I Am
Ho notato che nella vita prima o poi tutto torna al proprio posto ed io… sono tornata al mio grande amore: la musica. Questa canzone in precedenti produzioni era stata scartata perché strana, squadrata insomma era stata criticata e cassata. Per cui il risultato mi da’ una soddisfazione doppia, ancora più goduta. Gli archi medio-orientali danno un sapore originalissimo.
I Don’t Eat Strawberries
Beh, un’altra bella sfida, quella di tradurre un testo ovvero non quello di riscriverlo in altra lingua, bensì fare una traduzione letterale quanto più fedele all’originale. Per chi ha voglia di tradursela scoprirà che i testi italiano ed inglese, sono praticamente identici.
Sacks Race
La corsa dei sacchi. Sono una serie di fotografie e di immagini dove protagonista è mia madre: il suo sorriso aperto e rassicurante, l’orgoglio nel vedere la propria figlia piccola sfidare il mondo senza badare a chi fosse ritenuto più forte di lei, senza paure, né preoccupazioni… solo la gioia di correre e arrivare al traguardo trasportata dai suoi incitamenti. Vinsi.
LoudVision Recensione “An Incurabile Romantic”