Perchè di romanticismo e di figurativi paesaggi cinematografici questo disco ne è pieno. Siamo ospiti di Alessia Ramusino. Cantautrice direi quasi “apolide” per il suo passato ricco di mondo, viaggi avvenuti per motivi familiari. Genovese che però di una scuola genovese ha poco…come ben poca Italia, del resto, c’è in questo nuovo disco dal titolo “An incurabile romantic” pubblicato da BMA Music. Sono 11 inediti di cui solo due in lingua italiana. Ed è proprio il brano “Non mangio fragole” che la Ramusino sceglie di lanciare ai media con un video che sinceramente non ci piace tantissimo. Dopo un ascolto così prezioso di suoni e di evocative melodie, trovarsi un video quasi del tutto amatoriale che sembra uscito da un filmino di matrimoni, direi che è deludente. Ma archiviato questo, “An incurabile romantic” va gustato dall’inizio alla fine cercando di immaginarsi posti e scenari, culture e raffinate tradizioni popolari. E se è vero che la Scozia e l’Irlanda sono spesso presenti, nel gusto dei suoni come dei riverberi come in alcune soluzioni melodiche, è anche vero che ci sorprende con inaspettati cori di bambini che arricchisce un brano decisamente in stile reggae come in “Gibigianna”…oppure troviamo del sano Jazz con variazioni sul tema che ci riportano in una New York fumosa di club dove andare a sentire un notturno Miles Davis come nel brano “Another song”. E poi si torna al nostro moderno quotidiano con “Here it comes the dawn” e via via fino a tornare in Scozia, quella vera, con la bellissima “Sacks Race”. A tratti (e solo a tratti lo ripeto) mi torna in mente la voce di Loreena McKennitt e quel sapore di mondo globalizzato e vissuto che prende forma su strutture irish. Il bel disco della Ramusino gira e non stanca mai. Forse perché non stanca mai quella voglia di viaggiare e di evasione che nascondiamo ai doveri quotidiani. Se la produzione fosse stata meno italiana (almeno nel mix della voce), il disco prenderebbe pieghe davvero uniche. Ma niente è perfetto e forse è questo il vero segreto. Davvero un bel sentire…
Recensione di Francesca Zizzari www.laltoparlante.it